Fino ad oggi, il tema dell’accessibilità riguardava principalmente il settore pubblico. Ma il Decreto che entra in vigore il 28 giugno recepisce una direttiva europea e allarga il campo d’azione anche ai privati.
In particolare, saranno obbligate ad adeguarsi le aziende che:
E non si tratta solo di multe. Le sanzioni previste includono anche l’obbligo di rimozione dei contenuti non accessibili o, nei casi più gravi, la riprogettazione di intere sezioni del sito. Un rischio concreto per chi lavora online.
Il decreto prevede un periodo transitorio fino al 28 giugno 2030 per adeguare i siti web e i servizi digitali già esistenti al 28 giugno 2025. Questo significa che non è obbligatorio essere subito conformi, ma entro il 2030 dovrai comunque rendere il tuo sito accessibile!
Attenzione però: se nel frattempo aggiungi nuove sezioni, funzionalità o servizi digitali, quelle parti dovranno essere accessibili da subito.
Nel frattempo, puoi (e dovresti) pubblicare un Accessibility Statement: una dichiarazione trasparente sul sito in cui spieghi che stai lavorando per adeguarti e che hai avviato il processo di messa a norma. Un piccolo gesto che comunica responsabilità e attenzione – e può fare la differenza in termini di fiducia e reputazione.