Packaging analogico? O digitale?

Packaging analogico? Non digitale? AHI AHI AHI!

Ormai la rivoluzione digitale è terminata, e il risultato è che tutti viviamo in un mondo digitale. I computer hanno vinto insomma, ma in fondo abbiamo vinto anche noi. Ennesima conferma all’ultimo concerto di Bruce Springsteen. Per una serie di sfortunate circostanze avevo il cellulare scarico. Tra 60.000 spettatori mediamente non certo giovanissimi, saremo stati in 15 a non riprendere nemmeno un fotogramma con lo smartphone. E 5 di noi avevano meno di 10 anni … 

 

Pensiamo anche quante volte ci capita al supermercato di vedere qualche arzilla signorina 75enne che parla al cellulare davanti agli scaffali.

We Are Social ha fotografato la situazione del web in Italia. Nella nostra penisola ci sono quasi 38 milioni di individui attivi sul web, e 80 milioni di connessioni web.

Non invento nulla quindi se dico che siamo sempre in contatto con il nostro cellulare.

Anche con il packaging siamo sempre in contatto. Lo tocchiamo sugli scaffali nel nostro percorso d’acquisto, lo utilizziamo ogni giorno per consumare la maggior parte dei prodotti. Non lo leggiamo più in bagno, come si faceva un tempo con i detersivi o i saponi, perché alla toilette ci andiamo tutti con il cellulare.

Il packaging, analogico per definizione, può essere considerato come lo strumento di comunicazione più antico del mondo, o almeno uno dei più antichi.

Un’anfora attica della Panatenaica (435 a.C.), non è in fondo una confezione? Infatti protegge il contenuto, ne agevola il trasporto e comunica attraverso i disegni.

La domanda sorge conseguente: i due mondi, quello digitale dello smartphone e quello analogico del packaging, oggi nel 2016 d.C. si parlano, comunicano tra loro?

Secondo me troppo poco. Ormai un packaging attraverso uno smartphone può essere riconosciuto, può raccontare informazioni, può creare immagini, può instaurare un dialogo con il consumatore.

Dalla più semplice tecnologia del QR code ai tag per la realtà aumentata, dall’RFID alle app che riconoscono il prodotto. Le possibilità che abbiamo noi comunicatori, sia che si lavori in agenzia che in azienda, sono quasi infinite.

Eppure quante confezioni sfruttano a fondo questa possibilità?

Poche, troppo poche.

Inoltre, quando troviamo un codice QR o un altro tag su una confezione e lo scansioniamo, la user experience è sempre aderente alle nostre aspettative?

Mai, o quasi mai.

Secondo me anche quando progettiamo un packaging dobbiamo pensare a due cose:

– il packaging è l’unico strumento di comunicazione visto da tutti i clienti del prodotto.

– la maggior parte di quei clienti ha uno smartphone.

Se le due affermazioni sono vere, e lo sono indubitabilmente, abbiamo perso troppo tempo: è ora che le nostre confezioni diventino digitali.